Un 29enne salvato con un delicato ed eccezionale intervento al cuore

Innovative metodiche e conoscenze tecnologiche consentito di eseguire la rara operazione chirurgica.

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BARI – Un eccezionale intervento di cardiologia interventistica è stata eseguita a Bari su un 29enne a cui è stata salvata la vita nell’ospedale Santa Maria. Ad eseguire l’operazione chirurgica, con una tecnica all’avanguardia in via percutanea, senza incisioni del torace ed a cuore battente (rarissimi gli esempi simili in Europa e nel mondo) è stata l’équipe di Emodinamica e Cardiologica interventistica coordinata dal dottor Alfredo Marchese, responsabile dell’Unità Operativa, insieme con i dottori Resta, Santoro e Labriola.

Gli esperti di innovative metodiche e conoscenze acquisite in corsi di aggiornamento anche all’estero, sono dovuti intervenire d’urgenza per la rottura del ventricolo sinistro in un paziente di 29 anni. Quattro le ore di intervento in cui non è stato necessario fermare il cuore. Il paziente ora sta bene, ma dovrà restare in osservazione ancora una decina di giorni.

“Le sue condizioni – spiega il dottor Marchese – erano il risultato di precedenti interventi chirurgici tutti recidivati a seguito di un’iniziale e poi ripetuta infezione batterica a carico dell’apparato valvolare (endocardite batterica), del muscolo cardiaco in quanto tale (miocardite), nonché di un’improvvisa ed ulteriore complicanza per una fistola (apertura) ventricolo-mediastinica: ovvero una parziale rottura della parete del ventricolo sinistro (setto). La rottura del ventricolo è stata provocata dalla mancata coaptazione dei tessuti malacici tra la porzione di muscolo cardiaco trapiantato ed il muscolo cardiaco del giovane ricevente. Il foro nella parete ventricolare causava, ad ogni contrazione, la fuoriuscita di sangue verso l’esterno del cuore. Cioè nella cavità occupata dal mediastino, dando luogo ad un falso aneurisma (pseudo-aneurisma compressivo atrio-polmonare), comprimendo gli organi e mettendo a rischio la vita del ragazzo perché colpito da massiccia emorragia”.

Attraverso una procedura, con pochissimi precedenti in Italia e nel mondo, praticata senza alcuna incisione del torace, poiché si è potuto risalire dall’arteria femorale dall’inguine, è stato introdotto nel paziente sedato in anestesia generale un catetere di tipo coronarico dotato di uno speciale dispositivo adattato allo scopo ed a forma di piccolo ombrello, molto simile a quelli utilizzati nella chiusura dei difetti del setto (parete) interatriale o nella risoluzione del Forame Ovale Pervio (PFO) e dei Difetti Paravalvolari. Ciò ha consentito, una volta raggiunto, sotto stretto monitoraggio radiologico (tramite ecografia transesofagea), il punto di rottura della parete ventricolare, di ancorare saldamente l’ombrellino attraverso device idonei all’impianto delle valvole aortiche TAVI. La fistola è stata sigillata e l’emorragia è stata bloccata. L’ombrellino, inserito dall’aorta e subito al di sotto degli osti coronarici (l’imboccatura delle arterie coronarie, ndr), agirà da efficace barriera, da qui alle prossime settimane, in attesa della completa cicatrizzazione tra le due porzioni di muscolo cardiaco, al momento non ancora perfettamente saldate tra loro, dal quale ha avuto origine il foro ora richiuso.

L’intervento è stato molto delicato e non privo di difficoltà. L’inserimento, completato durante la normale contrazione del muscolo cardiaco, ha richiesto l’impegno delle migliori professionalità ed eccellenze dell’Ospedale Santa Maria e del Gruppo GVM. Le varie operazioni sono state dirette e supportate dal dottor Giuseppe Speziale, coordinatore nazionale delle Cardiochirurgie GVM, dai cardiochirurghi Carmine Carbone e Domenico Paparella, e dal dottor Cataldo Labriola, responsabile del Servizio di Cardioanestesia.

Un risultato, quello dell’eccellente intervento, raggiunto anche grazie alle competenze dei collaboratori dell’équipe di Cardiologia per le conoscenze tecnologiche, capacità metodologiche acquisite dal Centro in oltre 20 anni di attività specialistica.
DA PUGLIAPOSITIVA

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